IN TERRITORIO NEMICO

Nar International
NAR 10107 2
Marzo 2007
01. Canzone della donna che voleva esser marinaio
02. Tre sigarette
03. The show must go on
04. Jacques
05. Cambio d'identità
06. Rovente
07. La mosca Bianca
08. Mio fratello non trova lavoro
09. Maledetto
10. Questa notte la luna
CANZONE DELLA DONNA CHE VOLEVA ESSER MARINAIO
(Musica e testo: Giorgio Faletti)
Adesso soltanto adesso
che il mio sguardo sposa il mare
faccio a pezzi quel silenzio
che mi vieta di sognare
file di alberi maestri e mille e mille nodi marinari
e tracce di serpenti freddi ed indolenti
con il loro innaturale andare
e linee sulla luna che nel palmo ognuna
è un posto da dimenticare
e il cuore questo strano cuore
che su una scogliera già sa navigare
Adesso, soltanto adesso
che il mio sguardo avvolge il mare
io capisco chi ha cercato le sirene
chi ha potuto il loro canto amare
dolce nella testa come il giorno della festa
i datteri col miele
e forte come il vento che si fa tormento
e spezza il cuore
agli uomini e alle vele
e allora non c’è gloria o voglia
che si possa bere oppure masticare
né pietra di mulino a vento
che quel sasso al cuore, possa frantumare
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TRE SIGARETTE
(musica e testo: Giorgio Faletti)
Ho tre sigarette davanti a me
e cento colpi per il fucile
e il punto di vista che voglio che c’è
quello dall’alto del campanile
della mia faccia non è rimasto
che un occhio grande nel mirino
ed un mio gesto quasi distratto
che taglia i fili al burattino
Mio padre non sa e mia madre nemmeno
sono in salvo e lontani da questa città
sono fieri di me mi accompagnano al treno
e non sanno che ho smesso gli studi a metà
Ho tre sigarette davanti a me
e un colpo in meno nel fucile
quello che manca so bene dov’è
giusto nel posto da colpire
della mia vita non è rimasto
che questo ruolo da assassino
senza rischiare senza contatto
e più casuale del destino
Mio padre e mia madre salutano al treno
non è un dubbio per loro la mia identità
io non ho più una faccia e un cuore nemmeno
solo un occhio che vede chilometri in là
Ho tre sigarette davanti a me
e anch’io sono un colpo del mio fucile
qualcuno che grida so bene che c’è
ma chiudo le orecchie e non voglio sentire
per quanto tempo ci son rimasto
che ancora adesso non ne so uscire
da questo posto chiuso e compatto
se non coi topi all’imbrunire
Mio padre e mia madre si vogliono bene
sanno darsi il calore col freddo che fa
sono più di trent’anni che vivono insieme
e a vederli hanno ancora la stessa mia età
Mio padre e mia madre si vogliono bene
sono ognuno dell’altro l’esatta metà
io son steso col primo che ho fatto cadere
lo sospettano tutti e uno solo lo sa
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THE SHOW MUST GO ON
(musica e testo: Giorgio Faletti)
Gli artisti falliti sono fuori dal gioco
non ci sono mai stati o ci son stati per poco
e ora parlano molto quasi a chiedere scusa
di aver perso la chiave di una porta ormai chiusa
di un’estate lì intorno ch’è svanita in un giorno
e sembrava durasse in eterno
quando han preso la scala per salire al successo
ed invece sono scesi all’inferno
and the show must go on, the show must go on
Gli artisti falliti hanno un sogno proibito
un teatro con fuori scritto “Tutto esaurito”
e una nota sospesa con un’intonazione
che si alzi la sala e che esploda il loggione
o quant’altro ci sia per andarsene via
con tre o quattro persone di scorta
fra due ali di gente se non proprio per sempre
però almeno provarlo una volta
And the show must go on, the show must go on...
Avevo dentro un’anima da viverci tre vite
ma un cuore troppo piccolo
per musiche infinite
e queste dita inutili guarda dove son finite
dai tasti del mio pianoforte a una calcolatrice
And the show must go on, the show must go on...
Gli artisti falliti hanno il passo strisciato
per vergogna d’impronte che non hanno lasciato
e una macchina fuori sempre mal posteggiata
che non sembra davvero sia mai stata lavata
ed un’alba slavata da mandare affanculo
perché c’è un nuovo giorno nel pugno
e una birra ghiacciata da gelarci l’inferno
perché loro siamo tutti o nessuno
And the show must go on, the show must go on...
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JACQUES
(musica e testo: Giorgio Faletti)
Io ti sentivo salire le scale
col passo lento che altrui saluta
quando l’assenzio mi addormentava
già la mia bocca era muta
e tu con occhi che il cuore rallenta
nel rivederli in sogno
soffiavi su una candela già spenta
perché è di te che ho bisogno
è di te che ho bisogno
è di te che ho bisogno
e ogni volta che sa di vaniglia
il vento caldo dell’est
si fa salnitro sui muri sbrecciati
sui sassi di Brest
Io ti parlavo e parlavo da sola
oppure davo la tua voce al buio
quando la luce mi risvegliava
già la tua pelle era cuoio
ed io nascosta dai lunghi capelli
come per farne un bagno
alla tua guancia che affila i coltelli
perché è di te che ho bisogno
è di te che ho bisogno
è di te che ho bisogno
se una coperta di lana e ciniglia
si asciuga al vento dell’est
non sarà quello il tappeto che vola
lontano da Brest
Cuore mio cuore mio cuore mio
che non si spezza ancora
e che conta un minuto ed un altro finchè diventa un’ora
e che batte il suo tempo di ghiaccio al caldo delle vene
cuore mio cuore mio cuore mio
che non ti ha mai scordato
che ho riempito di te ad ogni costo finchè si è vendicato
e se m’illudo che il passo che sento sia più vicino
e solo il diavolo dentro alla sveglia sul comodino
Non son sicura che giorno sia questo
se sarà lungo di un tempo breve
e se il ruscello è una traccia di sporco
nel bianco della neve
o se i carri trascinano a terra
un indolente polveroso segno
se sarà un giorno di pace o di guerra
perché è di te che ho bisogno
è di te che ho bisogno
è di te che ho bisogno
quando ammantato di nuvole e vele
verrai col vento dell’est
sarò la sola figura in attesa
nel porto di Brest
io, sarò la sola figura in attesa
nel porto di Brest
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CAMBIO D'IDENTITA'
(musica e testo: Giorgio Faletti)
E’ solo ghiaccio che si scioglie in bocca
ma che strana sensazione dà
diventa acqua eppure dove tocca
c’è un senso di bruciore
vedi come tutto ciò sembra sia normale
eppure dove l’acqua c’è
il fuoco non può stare
E l’acqua si trasforma in roccia
poi diventa goccia che la scaverà
finché dal chiuso di una grotta
esce fuori verso il sole
vedi come tutto ciò sembra sia normale
pare che non basti mai
e poi diventa il mare
Ma io per come sono io
come ti sento ancora
con l’ansia di un telecronista ti commenterei
ma vedi io per come sono io
come ti vedo ancora
col filo di un elettricista t’illuminerei
sarebbe luce della tua presenza
che rimane spenta quando non ci sei
o come un manifesto appeso al muro
sotto il sole mi scolorirei
E’ solo tempo con l’amaro in bocca
che segna gli occhi mentre se ne va
ma anche un orologio fermo prima o poi
avrà ragione
vedi come tutto ciò sembra sia normale
pare che non serva mai
e a volte può bastare
Ma io per come sono io
come ci credo ancora
con l’animo di un enigmista ti risolverei
ma vedi io per come sono io
magari per un’ora
con zelo di collezionista ti custodirei
sarebbe luce della tua presenza
che rimane spenta quando non ci sei
e pure per un falso allarme
contro il mondo intero ti proteggerei
e pure per un falso allarme
contro il mondo intero ti proteggerei
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ROVENTE
(musica e testo: Giorgio Faletti)
L’aria si fa rovente
più di quel che vorrei
il caldo diventa di colpo opprimente
quando si apre la porta e ci sei
L’aria si fa rovente
non respiro già più
l’indifferenza non isola niente
da quel calore che arriva da giù
Un attimo un attimo
fammi respirare
oppure togli tutta l’aria che c’è.
Un attimo un attimo
non mi soffocare
mentre chiedo a una finestra l’ aria fresca com’è
quant’è vero che giocando col fuoco
prima o dopo si finisce per bruciarsi davvero
Un attimo un attimo
non ti addormentare
oppure portami nel sonno con te.
Un attimo un attimo
fammi riposare
oppure fa che io riposi anche senza di te
L’aria si fa rovente
anche senza di te
pure se a volte so fingermi assente
darti risposta è più forte di me
Un attimo un attimo
fammi respirare
oppure togli tutta l’aria che c’è.
Un attimo un attimo
non mi soffocare
mentre chiedo a una finestra l’ aria fresca com’è
quant’è vero che giocando col fuoco
prima o dopo si finisce per bruciarsi davvero
Un attimo un attimo
non ti addormentare
oppure portami nel sonno con te.
Un attimo un attimo
fammi riposare
oppure fa che io riposi anche senza di te
top
LA MOSCA BIANCA
(musica e testo: Giorgio Faletti)
Bianca sul muro bianco
la mosca non si vede ma c’è
E intanto che vive ed aspetta i colori
non da nessun segno non ha nessun disegno per se
come faccio io
come faccio io con te
Bianca sul muro bianco
la mosca non zampetta e non vola
E quasi invisibile resta da sola
non ha nessun sogno
non ha nessun bisogno per se
come faccio io
come faccio io con te
Eppure qualche volta
in quel suo modo introverso
un pensiero segreto ce l’ha
un muro trasparente da passarci attraverso
E ritrovare la sua libertà
e dirti vieni fuori
che ti spacco la faccia
farti uscire a calci in culo dal bar
Il gusto perverso di un pensiero diverso
ma poi quando parla di te
ritorna bianca sul muro
e nessuno si accorge che c’è
Bianca sul muro bianco
soltanto l’ombra dice che c’è
ma senza luce che arriva da fuori
non da nessun segno non ha nessun disegno per se
come ho fatto io
e non farò mai più con te
Eppure ancora adesso in quel suo modo introverso
un pensiero segreto ce l’ha
Un muro trasparente da guardarci attraverso
finché passa la curiosità
vedere a poco a poco che ti crolla la faccia
mentre pianti e radici in quel bar
Ii gusto perverso di un sorriso diverso
se poi si ricorda di te
ti pensa ancora impegnato
a cercare sul muro se c’è
Bianca sul muro bianco
soltanto l’ombra dice che c’è
come ho fatto io
e non farò mai più con te.
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MALEDETTO
(testo e musica: Giorgio Faletti)
Lo sento ancora come no
il fischio languido del treno
forse nell’anima o più in basso che so
dentro al fruscio del reggiseno
e lui lo sa lui lo sa
ma non mi aiuta a capire
e lui lo sa lui lo sa
che non mi lascia nemmeno dormire
io nella luce accesa
lui dentro a un’ombra per poco socchiusa
Lo sento ancora come no
lo sguardo avvolto come fossero mani
lo sento ancora e se mi manca lo so
che torno a chiederlo domani
e lui lo sa lui lo sa
ma non mi aiuta a guarire
e lui lo sa lui lo sa
e preferisce pensarmi a morire
io nella luce rosa
lui dentro a un’ombra aspettando che cosa
Tu come passi le notti da solo
quando io non sono qui
piangi lacrime di fiele
lecchi piano il miele della tua ferita
tu se la guardi negli occhi la vita
quando meglio di così
senti come un nodo in gola
l’ansia che consola e non è mai finita
ma quando non vivi che fai
maledetto
quando non vivi che fai
Lo vedo ancora come no
il suo profilo senza un viso
lo vedo ancora e come faccio non so
fiorire lento il suo sorriso
e lui lo sa lui lo sa
che non può essere amore
e lui lo sa lui lo sa
e fa del buio il suo solo colore
io ferma immobile appesa
lui dentro a un’ombra aspettando che cosa
lui lo sa lui lo sa
che non può essere amore
e lui lo sa lui lo sa
e fa del buio un sottile dolore
io ferma immobile appesa
lui dentro a un’ombra aspettando che cosa
forse i fanali di un’auto giù in strada
o una calza più lenta che cada
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MIO FRATELLO NON TROVA LAVORO
(testo e musica: Giorgio Faletti)
Cammina cammina
che l’ alba si avvicina
e il cielo sullo sfondo si apre come una tendina
di nuvole e di sole colorato all’ anilina
cammina cammina cammina
Mio fratello non trova lavoro
per quanto cerchi per quanto si affanni
se mi pagassero a peso d’ oro
non vorrei esserci nei suoi panni
Mio fratello non trova lavoro
nemmeno a farci un fioretto in chiesa
che dan consigli accidenti a loro
ma non ti aiutano a far la spesa
Mio fratello non trova lavoro
anche se prova a scherzarci a riderci su
che dappertutto è lo stesso coro
vada e domani non torni più
e mio fratello come posso guardarlo adesso
che è li seduto con quel viso inerme
che se lo guardo e mi guarda capisce tutto
e se capisce mi sento un verme perché
Mio fratello non trova lavoro
quello che c’ era l’ho preso io
da quattro lire fetente e duro
ma è già qualcosa ma è già un avvio
Mio fratello non trova lavoro
lui che era sempre così sicuro di sè
e intanto sta con le spalle al muro
quello che ora è davanti a me
e mio fratello come posso parlargli adesso
che guarda in giro e sembra indifferente
e se gli parlo e mi parla ci cade tutto
e allora e meglio non dire niente
e restare così
Mio fratello non trova lavoro
per quante volte io chieda scusa
a uno ancora non sembra vero
e l’altro fuori che sta in attesa
Mio fratello non trova lavoro
per quanto cerchi per quanto si affanni
nemmeno a dargli il suo peso in oro
vorrebbe esserci nei miei panni
Cammina cammina
la notte si avvicina
la strada è un segno chiaro
che nel buio si indovina
e dentro c’è una voce
più pungente di una spina
cammina cammina cammina
top
QUESTA NOTTE LA LUNA
(testo e musica: Giorgio Faletti)
Questa notte la luna come vedi non c’è
che altre volte era solo una scusa
per cedere e stare con me
Questa notte la luna forse in Cina sarà
a cercar quella buona fortuna
che appesa nel cielo non ha
Questa notte la luna può parlarti di me
ma purtroppo nel cielo la luna
questa notte come vedi non c’è
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